LA CULTURA DELLO SPORT, UNA MIGLIORE SCELTA

16.08.2012 19:49

 

LA CULTURA DELLO SPORT, UNA MIGLIORE SCELTA

Sono oggi venti milioni i cittadini italiani che praticano con una certa costanza qualche attività motoria o sportiva. Siamo dunque in presenza di un rilevante fenomeno sociale, che tocca ogni segmento della collettività nazionale, e che non può essere liquidato come conseguenza di una semplice moda nella fruizione del tempo libero.
   Al contrario, lo sport attivo è diventato, e sempre più sta diventando, parte stabile del progetto di vita di giovani e anziani, uomini e donne, senza limiti di età, di censo, di provenienza geografica, di cultura, di abilità. La possibilità di accedervi viene concepita in forma diversa dal passato: attività non più riservata a pochi, ma diritto di tutti che si configura come espressione di un nuovo diritto di cittadinanza e di partecipazione attiva. Ciò avviene mentre lo sport inteso come spettacolo vive una crisi profonda di valori. L'aggressività si sostituisce troppo spesso al fair-play, l'illegalità del doping - sia farmacologico che finanziario - e degli abusi si sostituisce alla lealtà sportiva. Il business dei diritti televisivi e della pubblicità impone poi regole spesso in contrasto con i principi fondanti dello sport, condizionando la vita degli atleti e soffocando la diffusione delle discipline meno considerate dal mercato delle sponsorizzazioni.
   Questo corto circuito valoriale è denso di conseguenze: si è rotto il tradizionale legame fra il successo del campione nel grande sport e l'appetibilità della pratica sportiva, e nella disumanizzazione dell'evento e nella carenza di esempi qualificanti si è dispersa la capacità dello sport di educare i giovani.

Dobbiamo diffondere e sostenere una nuova cultura dello sport. Lo sport ha ancora molto da dare all'individuo e alla società, a condizione che si imponga una rinnovata cultura dell'attività sportiva e che il modello perseguito sia appunto quello aperto a tutti, che costruisce cittadinanza, partecipazione, formazione umana, integrazione e coesione sociale.
   Se lo si vuole, e si rende facile l'accesso agli impianti e alle attività, nessuno è escluso dallo sport e lo sport può essere davvero per tutti.
   Se lo si vuole, lo sport per tutti può essere un potente strumento di nuove politiche del benessere e dello sviluppo, fondato sulle relazioni pacifiche fra le persone, sul rispetto e l'animazione dell'ambiente naturale e del territorio urbano, sulla convivenza civile nelle nostre comunità, sull'educazione dei giovani alla vita.